DIETA LOW CARB E CHEMIO

I componenti della dieta mediterranea

Cos’è la dieta Low Carb ?

Può essere utile in quest’ambito?

Cos’è la Dieta Low Carb

Una dieta a basso contenuto di carboidrati limita gli zuccheri semplici (in pratica i dolci) e complessi, come quelli che si trovano nei cereali e loro derivati, farine, prodotti da forno, ecc. Tale dieta si concentra pertanto su cibi ricchi di proteine, verdure e grassi. 

Esistono molti tipi di diete a basso contenuto di carboidrati. Ogni dieta ha limiti diversi sul tipo e sulla quantità di carboidrati che si possono mangiare. 

Scopo

Una dieta a basso contenuto di carboidrati viene generalmente utilizzata per la perdita di peso. Alcune diete a basso contenuto di carboidrati possono avere inoltre benefici per la salute oltre alla perdita di peso, come ridurre il rischio di diabete di tipo 2 e migliorare la sindrome metabolica.

 

Dettagli sulla dieta

Una dieta a basso contenuto di carboidrati limita la quantità di carboidrati che mangi. I carboidrati sono raggruppati come:

  • Semplici naturali, come il lattosio nel latte e il fruttosio nella frutta.
  • Semplici e raffinati, come lo zucchero da tavola.
  • Complessi naturali, come cereali integrali o fagioli.
  • Complessi raffinati, come la farina bianca.

Le fonti comuni di carboidrati naturali includono:  

Cereali, Frutta, Frutta a guscio, Verdure, Semi. Legumi, come fagioli, lenticchie e piselli.

 I carboidrati raffinati come lo zucchero o la farina bianca vengono spesso aggiunti agli alimenti trasformati. Esempi di alimenti con carboidrati raffinati sono pane bianco e pasta, biscotti, torte, caramelle e bibite e bevande zuccherate.  

Il corpo utilizza i carboidrati come principale fonte di energia. Durante la digestione, i carboidrati complessi vengono scomposti in zuccheri semplici, e rilasciati nel sangue. 

L’insulina viene rilasciata per aiutare il glucosio a entrare nelle cellule del corpo, dove può essere utilizzato per produrre energia. Il glucosio extra viene immagazzinato nel fegato e nei muscoli. In parte viene trasformato in grasso corporeo.

 

Una dieta a basso contenuto di carboidrati ha lo scopo di indurre il corpo a bruciare il grasso immagazzinato per produrre energia, il che porta alla perdita di peso.

 

Alimenti tipici per una dieta a basso contenuto di carboidrati

In termini generali, una dieta a basso contenuto di carboidrati si concentra sulle proteine e su alcune verdure non amidacee. Una dieta a basso contenuto di carboidrati generalmente limita cereali, legumi, frutta, pane, dolci, pasta e verdure amidacee e talvolta noci e semi. Ma alcuni piani dietetici a basso contenuto di carboidrati consentono piccole quantità di frutta, verdura e cereali integrali.

Un limite giornaliero da 20 a 50 grammi di carboidrati è tipico di una dieta a basso contenuto di carboidrati. Queste quantità di carboidrati forniscono da 80 a 240 calorie. Alcune diete a basso contenuto di carboidrati limitano notevolmente i carboidrati durante la fase iniziale della dieta.

 

Al contrario, le linee guida dietetiche di molte società scientifiche suggeriscono che i carboidrati costituiscano dal 45% al 65% dell’apporto calorico giornaliero totale. Quindi, se mangi o bevi 2.000 calorie al giorno, i carboidrati rappresenterebbero tra le 900 e le 1.300 calorie al giorno.

 

Risultati: oltre alla perdita di peso, le diete a basso contenuto di carboidrati che si concentrano su fonti sane di carboidrati, grassi e proteine possono aiutare a ridurre il rischio di diabete di tipo 2 e le malattie cardiache. In effetti, quasi tutte le diete che ti aiutano a perdere peso in eccesso possono migliorare i livelli di zucchero nel sangue e colesterolo, almeno a breve termine.

 

Rischi

Un calo nell’assunzione di carboidrati può causare effetti collaterali a breve termine, come stipsi, mal di testa, crampi muscolari.

Severi limiti all’assunzione di carboidrati possono indurre il corpo a scomporre il grasso in chetoni per produrre energia. Questo si chiama chetosi. La chetosi può causare effetti collaterali come alito cattivo, mal di testa, affaticamento e debolezza.

Tanto maggiore è l’assunzione di grassi tanto più la dieta low carb si avvicinerà alla dieta keto.

 

In ogni caso se si sceglie di seguire una dieta a basso contenuto di carboidrati, occorre pensare ai grassi e alle proteine che si assumono. Conviene limitare gli alimenti con grassi saturi e trans, come carne e latticini ad alto contenuto di grassi.

 

 

 

 

In breve, dando qualche numero…

  • Considerata la meno equilibrata dalle Società Scientifiche dal punto di vista salutistico. Spesso osteggiata dall’establishment. 40% 40%
  • Utile al malato neoplastico? Si, ma attenzione agli effetti collaterali se metabolicamente instabile. 60% 60%
  • Serve come potenziamento della Chemioterapia? Chiaramente si, ma non vi sono molti studi che lo possano dimostrare. 80% 80%

Valutazione della dieta low carb come ausilio alla terapia antitumorale

Ecco i punti salienti di quanto evidenziato negli studi più recenti

Le diete a basso contenuto di carboidrati hanno una promettente logica meccanicistica nel trattamento del cancro, con dati preclinici molto favorevoli. I dati più forti suggeriscono effetti sinergici della dieta con gli interventi accompagnati a terapie oncologiche tradizionali come la chemioterapia e più recenti come l’immunoterapia. Recenti studi clinici suggeriscono che le diete a basso contenuto di carboidrati possono essere aggiunte in modo sicuro e fattibile all’interno di una attività oncologica standard, con promettenti effetti additivi nel potenziamento del trattamento.

I primi risultati della restrizione dei carboidrati nelle fasi precliniche e cliniche sono contrastanti, praticamente per tutti i tipi di cancro.

Sebbene gran parte della letteratura scientifica sulle diete povere di carboidrati riguardi l’epilessia, sono segnalati in letteratura scientifica più di 60 studi rilevanti che esaminano gli effetti delle diete povere di carboidrati sui tumori, nonché altre centinaia di articoli di vario tipo che chiunque può consultare.

Di questi studi, più di 30 erano preclinici, il che significa che la ricerca è stata condotta su linee cellulari o con modelli animali. Sono stati pubblicati comunque una ventina circa di studi clinici.

 

 

La maggior parte degli studi pubblicati fino ad oggi ha studiato l’effetto delle diete a basso contenuto di carboidrati su vari tumori, soprattutto i tumori cerebrali.

Esploriamo ora la fisiologia alla base dell’ipotesi che la limitazione dell’assunzione di carboidrati possa influenzare lo sviluppo e la diffusione del cancro.

 

Già nel 1924 Il premio Nobel Otto Heinrich Warburg ipotizzò che le cellule tumorali fossero in grado di generare energia in assenza di ossigeno mediante la fermentazione dello zucchero. Ciò è molto diverso da ciò che fanno al contrario le cellule sane, che generano energia dalla degradazione ossidativa del piruvato. Le cellule sane però sono in grado di produrre energia non solo dal glucosio, ma anche dagli acidi grassi. 

La maggior parte delle cellule tumorali non è in grado di farlo. 

Questo cosa significa ?

 

Zucchero e tumori

In sostanza, per strano che possa sembrare, le cellule tumorali, libere di agire come vogliono, in grado di resistere a qualunque attacco da parte del nostro corpo, non sono invece in grado di reagire efficacemente alla carenza di zuccheri che abitualmente arrivano in grande quantità dalla dieta e poi ovviamente raggiungono il sangue e poi i tessuti.

 

Quindi la restrizione dei carboidrati è in grado di indurre cambiamenti metabolici che non consentono più la sopravvivenza della cellula cancerosa o la rendono comunque più difficoltosa.  E’ evidente che questo riguarda solo alcuni tumori e solo in alcune condizioni. Ma è già moltissimo.

 

Biomarcatore glucosio chetoni per la valutazione dell'efficacia della dieta nella cura dei tumori

Inoltre è necessario un biomarcatore per consentire confronti migliori di efficacia e aderenza al protocollo all’interno degli studi. Uno di questi è l’indice glucosio-chetone, che ha mostrato utilità in pazienti con gliomi ad alto grado. 

Visto il potenziale impatto confondente della dieta e del metabolismo sul tumore, tutti gli studi futuri potrebbero includere l’impiego di tale biomarcatore.

 

La risposta finale è quindi: molto promettente!